Commento di Jael Kopciowski
Jael Kopciowski, componente della giuria della 28ª edizione di Fax For Peace, Fax For Tolerance, commenta una delle opere del Concorso a pochi giorni dalla Giornata contro la violenza sulle donne.

Prima domenica di dicembre.
A pochi giorni dalla giornata contro la violenza sulle donne desidero presentare un’opera che mi ha molto colpito tra quelle inviate al concorso FAX for peace. Lottare contro la violenza sulle donne deve essere un impegno di sempre, non di un giorno specifico dell’anno.
L’opera evidenzia la gravissima situazione delle donne in un numero sconvolgente di stati in cui sono considerate un puro e semplice “possesso” dell’uomo.
Nell’immagine che Salar Eshratkhah (Iran) ha inviato al concorso, trovo rappresentata in maniera straordinaria la realtà in cui le donne vivono: con i piedi immersi nella terra ad impedir loro qualunque movimento, ingabbiate dietro una grata di matite che sembra dire: la libertà di scrivere, leggere, conoscere e sapere è per altri, per voi donne il pensiero maschile della società in cui vivete, è la gabbia da cui gli uomini non vi lasciano uscire.
Mi colpisce l’emozione espressa: c’è una disperazione in linea con l’etimologia della parola, sono prive di speranza, sono desolate, come desolato è l’ambiente che le circonda.
Nell’ebraismo, cultura di appartenenza del professor Feuerstein, la donna ha sempre avuto un ruolo fondamentale, già agli albori della sua storia. Nella genesi il Signore dice ad Abramo (il primo patriarca): “Tutto ciò che Sarah tua moglie ti dice, ascoltalo”. (Genesi).
Non c’è stato momento della storia in cui l’analfabetismo abbia afflitto il popolo ebraico, perfino nel Medio Evo, bambini e bambine imparavano con gioia a leggere e scrivere in tenera età.
L’impegno di tutti noi, appartenenti al mondo democratico, dovrebbe essere diretto a combattere contro terrorismo ed ingiustizie, contro chi utilizza le persone fragili, donne e bambini, in primo luogo come scudi umani, come vittime predestinate, dando manforte agli stati democratici che proteggono e difendono proprio chi ne ha più bisogno.